Verso l’infinito: La Romea Strata di Lucio Zaltron.

È il primo ad aver percorso da Vicenza a Fuceccchio la Romea Strata, il cammino che collega alcune antiche rotte di pellegrinaggio che passavano dal Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Toscana. Lucio Zaltron si definisce “un sognatore per natura”, di quelli però che i sogni li realizza davvero. Lo abbiamo intervistato per conoscere l’esperienza del pellegrinaggio e qualche curiosità in più.

16/07/2020

È il primo ad aver percorso da Vicenza a Fuceccchio la Romea Strata, il cammino che collega alcune antiche rotte di pellegrinaggio che passavano dal Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Toscana. Lucio Zaltron si definisce “un sognatore per natura”, di quelli però che i sogni li realizza davvero. Lo abbiamo intervistato per conoscere l’esperienza del pellegrinaggio e qualche curiosità in più.

Quando nasce il desiderio di fare il cammino?

A dire il vero la Romea Strata è la terza esperienza che faccio, il primo è stato Santiago de Compostela, poi la via Francigena. Il cammino è una tappa della vita, ti avvicini un po’ alla volta fino a quando arriva il momento di partire. Avevo nella testa da tempo l’idea di Santiago ma trovavo sempre una scusa per rimandare. Quel pensiero è rimasto lì ad attendere per tre anni. Così un giorno, “mi sono messo alle strette” e ho acquistato il volo. Sono da sempre un appassionato di montagna e di trekking per cui da una parte c’era il desiderio di vivere per più giorni la sensazione di libertà che ti offre il camminare nella natura. Dall’altra avevo l’impressione che questa potesse diventare una grande occasione per confrontarmi con la parte più profonda e intima di me stesso, con la quale difficilmente ci si prende il tempo di fare i conti. In effetti ogni aspettativa è stata lautamente ricompensata.

Come ti sei preparato e cosa hai portato con te?

Di cammino in cammino ti rendi conto che, come nella vita, siamo circondati di cose di cui potremmo fare a meno. Servono pochi elementi per poter affrontare una esperienza di questo tipo. Certo, è necessario un buon equipaggiamento per coprirsi adeguatamente e per poter camminare rispettando i piedi, risorse fondamentali in queste situazioni. Ho scoperto che con 8 Kg di zaino, ne avevo più che a sufficienza. Non è un peso enorme, tuttavia averlo costantemente sulle spalle non è facile nei primi giorni. Il corpo si deve conformare a questo nuovo assetto e subito si ribella. Ricordo che la sera non vedevo l’ora di scaraventare il carico a terra, poi però qualcosa improvvisamente è cambiato. Lo zaino è diventato parte di me, una casa sulle spalle, dove dentro puoi immaginare di avere armadi, cassetti, stoviglie, letto... tutto racchiuso in un piccolo fagotto. Ti offre una certa sicurezza e non ti lascia mai solo.  
Dal punto di vista della preparazione “tecnica” mi sono sempre tenuto in forma facendo lunghe camminate, anche se ciò che merita un allenamento specifico sono gli occhi. In un mondo che va così veloce, pensiamo sempre a come affrontare le giornate sfidando il tempo. Ma quanta bellezza ci perdiamo vivendo così? Per questo dico che un buon allenamento nell’osservare la natura, un cielo stellato, nell’ascoltare i suoni, è utile quanto saper muovere le gambe per raggiungere la meta.

Foto di Lucio Zaltron

Sei partito da solo per la Romea Strata?

No, siamo partiti in tre anche se per la maggior parte del tempo abbiamo affrontato il cammino da soli ritrovandoci alla sera.

Come mai? Non dovrebbe essere anche un modo per condividere un’esperienza forte con amici?

In realtà lo è ma la scelta di camminare da soli durante il giorno la si può vedere come una forma di rispetto per la libertà dell’altro. In questo modo ognuno era libero di gestire il ritmo di marcia e di vivere in sintonia con il proprio essere più profondo. Poi il cammino è fatto anche di incontri con persone che stanno condividendo la stessa esperienza o che si incrociano per caso. La compagnia in genere tende a compattarsi, che è una cosa assai positiva, tuttavia unendosi rischia di isolarsi limitando la possibilità di aprirsi all’altro.
La sera comunque avevamo appuntamento in un luogo prefissato ed era bellissimo condividere i racconti della giornata, ognuno diverso dall’altro.

Quali riflessioni hai portato a casa rispetto all’ambiente?

In effetti vivere una esperienza restando tutto il giorno all’esterno e a contatto con luoghi ogni giorni diversi ti fa vedere molti lati del nostro paese. L’Italia e questo cammino possono regalare degli scorci di una bellezza indescrivibile e dall’altra ti mettono davanti agli occhi grandi scempi. Nei pensieri che ho riportato giorno per giorno nella mia pagina Facebook e in un diario privato, parlo spesso di questo tema. Il bello e il brutto, il bene e il male, la tristezza e la felicità, il giusto e l’ingiusto, sono parte di noi. Sono territori da esplorare e da comprendere. Sono elementi da portare in superficie per poterli vedere meglio ed affrontare, per poter progredire. Sicuramente non si possono ignorare.

Il prossimo cammino?

Sono alle prese con la progettazione di un itinerario che ho chiamato “Cammino dell’infinito”. Ho lanciato la proposta nella mia pagina facebook e ho subito raccolto diversi consensi. L’idea è di creare un circuito che riprende il noto simbolo matematico dell’infinito, che copra l’intera provincia di Vicenza. Mi è venuta questa idea durante il Lockdown e ho pensato di condividerla come “cammino del post Covid”.
Sono dei percorsi da fare lentamente per riscoprire, da soli o in compagnia, la bellezza interiore ed esteriore, con soste in siti laici e religiosi. Sarebbe utile trovare strutture e persone private in grado di garantire l’ospitalità, anche con reciproche forme di scambio.
Ad oggi ho pensato al primo “anello” che copre la parte alta della provincia:
 
Prima tappa: Vicenza- Biron-Rivella-Monteviale-Madonna delle Grazie-Torreselle per una distanza di circa 18 Km con un dislivello di +250 mt circa;
Seconda tappa: Torreselle-Isola-Malo-Magrè-Schio
per una distanza di 21 km e con un dislivello di -200 mt circa;
Terza tappa: Schio-Santorso-Piovene-Arsiero-Pedescala
per una distanza di 23 km e dislivello di +100 mt circa;
Quarta tappa: Pedescala-Rotzo-Roana
per una distanza di 18 km e dislivello di 800 mt circa.
 
Sto riscontrando molto interesse, con un solo post ho raccolto già diversi consensi e soprattutto proposte da parte di persone che suggeriscono tratti da aggiungere o edifici che potrebbero essere riconvertiti in strutture ricettive. Questo ci dà un segnale concreto di come anche il nostro territorio potrebbe finalmente esprimere tutto il suo potenziale storico-naturalistico.

Ha un pensiero che vorresti condividere con le persone che hanno il desiderio di percorrere un cammino?

Queste esperienze non sono da definire “imprese” ma privilegi che la vita ci riserva.
Le emozioni che ho provato a Santiago, durante la via Francigena e la Romea Strata sono davvero difficili da spiegare. Dentro di me si sono avvicendati stati d’animo molto vicini a quelli sentiti quando sono diventato padre: chi sa di cosa parlo comprende a pieno la difficoltà di trasmettere con semplici parole le sensazioni provate.
L’intimità con sé stessi, la consapevolezza che la volontà può superare ogni ostacolo, la spiritualità e la pace interiore sono doni pronti ad aspettarti ad ogni passo. Basta solo avere il coraggio e lo slancio di partire.
 
Buon cammino!
 
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