Sicurezza, comodità e struttura? Sono le caratteristiche principali che deve avere uno scarponcino da trekking per bambino. Scopri in questo articolo come organizzare escursioni in montagna con i più piccoli per farli divertire nella massima sicurezza!
24/10/2018Organizzare gite in montagna con bambini non è affatto semplice. Soprattutto se di diverse età. Che tipo di escursione proporre per fare in modo che non si annoino, senza che sia però troppo impegnativa? Fino a quanti metri possono arrivare i più piccoli? Qual è l'equipaggiamento adatto ai bambini in montagna che garantisca sicurezza e comodità? Rispondere a queste domande significa fare il primo passo per far apprezzare e amare la montagna e la natura a figli, nipoti e giovani amici. Se si tengono conto di questi suggerimenti, le passeggiate in quota, respirando aria sana e pura, non saranno viste dai bambini come un obbligo, ma come divertimento. Un divertimento che fa bene a mente e corpo, lontani dai dispositivi elettronici!
Scegliere il percorso giusto
La montagna è il posto ideale dove trascorrere splendide giornate in compagnia, in famiglia, e con amici e naturalmente con i bambini, magari di diversa età. Per viverle al meglio bisogna sapere quali sono le possibilità di ciascuno.
Dai 7-8 anni infine è possibile proporre ai bambini veri e propri trekking, anche di una decina di chilometri. In questo caso il segreto, per evitare le classiche domande “quanto manca?” è un altro: dargli un obiettivo che sia ludico o didattico, ma soprattutto divertente. Ad esempio? Beh, un pic-nic all'arrivo, magari con il loro cibo preferito. Oppure optare per un percorso che abbia alcuni punti d'interesse, come un forte di guerra, un laghetto dove sguazza qualche animale, o magari sentieri che raccontino una storia con personaggi antichi che animavano le leggende locali, come ad esempio il sentiero dell'immaginario (link) a Luserna. Un'altra tecnica molto efficace è responsabilizzarli: coinvolgerli nella scelta del sentiero e nel riconoscimento della segnaletica lungo la strada.
Scegliere il giusto equipaggiamento per trekking da bambini
Caldo, freddo, pioggia, sole. In montagna, anche d'estate, le temperature possono essere molto rigide e il clima può cambiare rapidamente. Una delle cose più importante per i più piccoli è come vestirli. A “cipolla” è la risposta più ovvia, in modo da poter affrontare qualsiasi condizione, e nello zaino è sempre utile avere un k-way e un cambio di riserva. Ma una delle cose più importanti per i bambini in montagna è avere le scarpe giuste: i più giovani, soprattutto in compagnia, sono soliti correre in giro senza prestare troppa attenzione a dove mettono i piedi. In quota è bene indossare scarponcini da trekking per bambini di buona qualità e strutturati, in grado di assicurare una buona tenuta sul terreno, spesso scivoloso a causa della presenza di sassi e/o fango, protezione a piedi e caviglie e il massimo della comodità e della sicurezza.
Fare pause e rispettare i loro tempi
Tenere conto delle capacità fisiche dei più piccoli è una delle regole che è fondamentale rispettare nel fare trekking con i bambini. Il passo da mantenere durante l'escursione è il loro, non quello degli adulti che però devono essere bravi ad imporlo. I ragazzi tenderanno infatti a correre ed esaurire molte delle loro energie, ma soprattutto la voglia di camminare, poco dopo. È fondamentale che i più grandi cerchino di adottare fin dalla partenza un ritmo tranquillo e il più costante possibile. Stanchezza e distrazione sono tra le principali cause dei piccoli incidenti che possono in cui si può incorrere in quota.
Fare attenzione al cambio di altitudine
Il “mal di montagna” può essere fastidioso anche per gli adulti, ma per i bambini, che ne sono maggiormente sensibili, può essere davvero molto spiacevole e non deve essere sottovalutato. Per evitarlo, bisogna fare attenzione al cambio di altitudine e al raggiungimento di quote troppo elevate. In particolare:
per i bambini da 0 a 2 anni è preferibile non salire oltre i 2000 metri. Si può arrivare fino ai 2500, ma è opportuno non sostarvi per lungo tempo. Nessun problema quindi per trekking facili, che comportano dislivelli sopra i 300 metri.
Dal 2 ai 5 anni ci si può spingere fino anche ai 3000 metri, prestando però particolare attenzione perché a questa età i bambini non descrivono i sintomi. Evitare le salite in quota con bimbi affetti da malattie respiratorie anche banali.
I ragazzini dai 5 ai 10 anni solitamente tollerano molto bene escursioni e anche soggiorni fino a 3000 metri, oltre è bene essere molto cauti.
Dopo i 10 anni invece si è fisicamente idonei a sopportare l'altitudine e inoltre i ragazzi sono in grado di avvertire del proprio malessere e descriverne i sintomi. A partire da questa età non ci sono restrizioni di altitudine. In ogni caso, come per gli adulti, è sempre necessario non sottovalutare presagi di nausea, giramenti di testa, etc.
Affidarsi agli esperti
Con la montagna non si può scherzare, a maggior ragione se si sta organizzando un trekking con bambini. E a volte bisogna saper rinunciare. Quando? In primo luogo se il meteo è particolarmente avverso o quando le nostre condizioni fisiche non ce lo permettono. Un'escursione in quota può diventare un'esperienza frustrante ed è bene evitare ogni situazione in cui i ragazzi si possano lamentare. Oltre al tempo e al proprio stato di salute, bisogna anche essere sicuri che, come abbiamo già detto, il percorso sia adatto e che in quel momento sia agibile. Per farlo il modo migliore è contattare le sezioni locali del Club Alpino Italiano.
Ecco alcuni ragazzi con indosso gli scarponcini da trekking per bambini targati Zamberlan