Quando Marco arrivò a Schio pose le basi, senza saperlo, per l’inizio di uno dei più antichi calzaturifici al mondo ad essere ininterrottamente posseduto dalla famiglia fondatrice.
Le origini dei capostipiti e il "primo giorno" di bottega, un secolo fa, sono dunque il proemio di una Storia che è intreccio tra territorio, "cultura del lavoro" e comunità umana a cui l’azienda appartiene.
Il Calzaturificio Zamberlan, infatti, non ha "attecchito" nelle sabbie del deserto o nei ghiacci del Polo, ma in un tessuto di bellezza, strade, scuole e mestieri che, come l’arte di lavorare i campi, il legno, la seta, i metalli, la pietra e la lana, hanno radici e tradizioni antiche.
L’azione di Rossi e Marzotto, su quello stesso tessuto, vi ha in seguito aggiunto abilità, reti di clienti, fornitori, servizi e trasporti in cui le persone hanno riconosciuto, e riconoscono, il paesaggio industriale, lo spirito dei beni prodotti e il loro patrimonio culturale.
Patrimonio fatto anche di linguaggi, sensibilità, miti, imprenditorialità e morfologia dell’area che, come le Piccole Dolomiti con gli Zamberlan, hanno favorito identità tra manufatti e territorio.